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venerdì 30 novembre 2012

PREMESSA



Una tremenda esplosione incendia l'aria sopra il cielo di Hiroshima, in un istante novantamila persone civili vengono vaporizzate e altre cinquantamila moriranno nei minuti e nelle ore seguenti.E' Il  6 agosto 1945 e sono le 8:16 del mattino e l'esplosione è quella della bomba denominata "little boy" ; tre giorni dopo sulla città di Nagasaki detonerà un altra bomba, sorella della prima, chiamata "fat man" per via della sua forma quasi sferica; anch'essa con lo stesso potenziale distruttivo.
Per la gravità dei danni diretti ed indiretti causati dagli ordigni, per le implicazioni etiche comportate dall'utilizzo di un'arma di distruzione di massa e per il fatto che si è trattato del primo e unico utilizzo in guerra di tali armi, i due attacchi atomici vengono considerati fra gli episodi bellici più significativi dell'intera storia dell'umanità.

Nelle sue intenzioni dichiarate, il bombardamento doveva determinare una risoluzione rapida della seconda guerra mondiale, infliggendo una distruzione totale e infondendo quindi nel governo giapponese il timore di ulteriore distruzione. un male necessario che avrebbe evitato il protrarsi di una guerra logorante e inutile. I giapponesi al contrario hanno visto, subito e vissuto questo avvenimento come un crimine contro l'umanità.
analogalmente il mondo si è diviso nel giudicare questi eventi.

L'utilizzo delle armi atomiche, per opinione pubblica e per quella degli studiosi, fu un avvenimento molto controverso che generò sentimenti differenti, alcuni favorevoli, altri d'opposizione nei confronti della scelta. Ancora oggi il peso morale dell'azione statunitense è oggetto di molti dibattiti.
questo blog vuole esplorare il tema delle armi nucleari e dei suoi utilizzi. Cercheremo di trattare il problema dell'uso e della detenzione di armi nucleari, interrogandoci su chi è favorevole al loro sviluppo e chi invece è contrario. Queste armi spaventano e affascinano il mondo sin dalla loro nascita; hanno dato il via a una nuova era di sviluppo scientifico e bellico, hanno ridefinito il modo di fare la guerra e tutt'oggi suscitano nel nostro immaginario molte paure  e domande: come sarebbe il mondo di oggi se la bomba atomica non fosse mai esplosa? saremmo più o meno favorevoli al suo eventuale impiego? rischieremmo di scatenare una guerra più tremenda della precedente? oggi giorno queste armi sono necessarie? la paura di un'apocalisse atomica aiuta a mantenere la pace? gli eventi atomici della seconda guerra mondiale sono stati un passo necessario dell'evoluzione umana, aprendoci gli occhi di fronte agli orrori da noi creati? o sarebbero potuti essere evitati, dandoci comunque la conoscenza del pericolo atomico?



foto del bombardamento di Nagasaki

giovedì 29 novembre 2012

Cos' è una controversia scientifica?

 

Una controversia può essere definita come una discordanza di opinioni, che genera una discussione. Tale discussione è condotta da due o più punti di vista divergenti che hanno diverse idee su un determinato argomento; questa divergenza concettuale può dare origine a dispute e dibattiti. Possiamo quindi classificare una controversia, nel nostro caso di tipo scientifico, come una situazione di incertezza su una determinata questione scientifica; incertezza che porta alla formulazione di diverse teorie e opinioni contrastanti che dividono il parere comune.

La controversia trattata da questo blog riguarda nello specifico il ruolo giocato nel passato e nel presente dalle armi nucleari; ci si interroga infatti sui dilemmi di un loro uso pratico e ci si domanda se sia giusto o meno investire denaro sulla ricerca nucleare. Ancora più a monte ci si chiede se sia necessario avere armi atomiche.

 
foto delle bombe atomiche sgangiate su Nagasaki e Hiroshima


lunedì 26 novembre 2012

Gli Oppositori del bombardamento del 1945.


L'utilizzo delle armi atomiche nell'opinione pubblica e in quella degli studiosi fu un avvenimento molto controverso che generò sentimenti differenti, alcuni favorevoli, altri d'opposizione nei confronti della scelta. Ancora oggi il peso morale dell'azione statunitense è oggetto di molti dibattiti

Oppositori all'impiego dell'arma atomica.

Il Progetto Manhattan era stato originariamente concepito per contrastare il programma atomico della Germania nazista, e con la sconfitta tedesca diversi scienziati che lavoravano al progetto sentirono che gli Stati Uniti non dovevano essere i primi a usare una tale arma. Due dei principali critici del bombardamento furono Albert Einstein e Leo Szilard, che assieme avevano spronato la prima ricerca sulla bomba nel 1939 con una lettera scritta a quattro mani indirizzata al presidente Franklin D. Roosevelt per poi cambiare idea una volta saputo dell'effettivo potere distruttivo della bomba (inizialmente Einstein sottovalutò questa capacità). Szilard, che in seguito avrebbe giocato un ruolo importante nel Progetto Manhattan, sostenne: "Se i tedeschi avessero gettato bombe atomiche sulle città al posto nostro, avremmo definito lo sgancio di bombe atomiche sulle città come un crimine di guerra, e avremmo condannato a morte i tedeschi colpevoli di questo crimine a Norimberga e li avremmo impiccati".

Nei giorni precedenti il loro uso, molti scienziati (incluso il fisico nucleare statunitense Edward Teller) sostennero che il potere distruttivo della bomba poteva essere dimostrato senza fare vittime, per esempio sganciando la bomba in una zona non abitata del Giappone come "avvertimento" nei confronti del governo giapponese. Questa soluzione però non ottenne favori perché avrebbe comportato il consumo a vuoto di una bomba (erano costose e richiedevano tempi lunghi per la loro costruzione) e non vi erano certezze che un tale "test", avrebbe invece informato i giapponesi del pericolo spingendoli ad allertarsi ancora di più per cercare di intercettare un'eventuale missione di attacco atomico.
I bombardamenti, assieme ad altri attacchi ai civili, si potevano ritenere violazioni della Convenzioni dell'Aia del 1899 e del 1907, che erano state ratificate dal Senato degli Stati Uniti nel 1902 e nel 1908. La Convenzione dell'Aja del 1907 concernente le leggi e gli usi della guerra per terra, vigente all'epoca, recitava all'art. 25: "È vietato attaccare o bombardare, con qualsiasi mezzo, città, villaggi, abitazioni o edifizi che non siano difesi".

Alcuni hanno sostenuto che i giapponesi erano già sostanzialmente sconfitti, e quindi l'uso delle bombe non era necessario.
Eisenhower scrisse nelle sue memorie The White House Years: "Nel 1945 il Segretario alla Guerra Stimson, visitando il mio quartier generale in Germania, mi informò che il nostro governo stava preparandosi a sganciare una bomba atomica sul Giappone. Io fui uno di quelli che sentirono che c'erano diverse ragioni cogenti per mettere in discussione la saggezza di un tale atto. Durante la sua esposizione dei fatti rilevanti, fui conscio di un sentimento di depressione e così gli espressi i miei tristi dubbi, prima sulla base della mia convinzione che il Giappone era già sconfitto e che sganciare la bomba era completamente non necessario, e in secondo luogo perché pensavo che il nostro paese dovesse evitare di sconvolgere l'opinione pubblica mondiale con l'uso di un'arma il cui impiego era, pensavo, non più obbligatorio come misura per salvare vite americane".

Altri asseriscono che il Giappone aveva cercato di arrendersi per almeno due mesi, ma gli USA rifiutarono insistendo su una resa incondizionata. In effetti, mentre diversi diplomatici favorivano la resa, i capi dell'esercito giapponese erano impegnati a combattere una "battaglia decisiva" su Kyushu, sperando che avrebbero potuto negoziare termini migliori per un armistizio in seguito (cosa che gli statunitensi sapevano dalla lettura delle comunicazioni giapponesi intercettate). Ancora il 5 agosto, il Consiglio Supremo era diviso, con i sostenitori della linea dura che insistevano che il Giappone dovesse smobilitare le proprie forze, senza processi per crimini di guerra e senza occupazione. Solo l'intervento diretto dell'Imperatore Hirohito pose fine alla disputa, dopo che si tentò pure un colpo di stato militare per impedire la resa.
 
Secondo un'altra critica, poiché nessuna invasione statunitense era imminente, si è sostenuto che gli Stati Uniti non avevano niente da perdere nell'aspettare diversi giorni per vedere se la guerra poteva essere cessata senza l'uso della bomba atomica. Per come si svolsero i fatti, la decisione di arrendersi del Giappone venne presa prima che la portata dell'attacco sovietico alla Manciuria fosse nota, ma se la guerra fosse continuata, i sovietici sarebbero stati in grado di invadere Hokkaidō ben prima dell'invasione alleata di Kyushu.

Altre fonti giapponesi hanno affermato che gli stessi bombardamenti atomici non furono la ragione principale della capitolazione. Essi sostengono invece che furono le rapide e devastanti vittorie sovietiche sul continente nella settimana seguente la dichiarazione di guerra che spinsero al messaggio di resa del Giappone il 15 agosto 1945.

Diverse organizzazioni hanno criticato i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki su basi morali. Per citare un esempio, un rapporto del 1946 del Concilio Nazionale delle Chiese intitolato Guerra atomica e fede cristiana include il seguente passaggio: "In quanto cristiani americani, siano profondamente pentiti per l'irresponsabile uso già fatto della bomba atomica. Abbiamo concordato che, qualunque sia il giudizio che si può avere della guerra in principio, i bombardamenti a sorpresa di Hiroshima e Nagasaki sono moralmente indifendibili ".

Anche la scelta di utilizzare bersagli civili anziché militari è stata spesso criticata. Da una parte i militari statunitensi erano ansiosi di utilizzare le bombe atomiche sulle città per poter verificare al meglio le potenzialità di un ordigno nucleare sul campo di battaglia, dall'altra c'è da rimarcare che gli USA stavano già portando avanti una politica di massicci attacchi incendiari su obiettivi civili in Giappone. Tali raid distrussero completamente molte città giapponesi (compresa Tokyo) ancor prima dell'utilizzo di armi atomiche.

domenica 25 novembre 2012

I sostenitori del bombardamento del 1945.


L'utilizzo delle armi atomiche nell'opinione pubblica e in quella degli studiosi fu un avvenimento molto controverso che generò sentimenti differenti, alcuni favorevoli, altri d'opposizione nei confronti della scelta. Ancora oggi il peso morale dell'azione statunitense è oggetto di molti dibattiti.

I sostenitori del bombardamento atomico Giapponese.

I sostenitori del bombardamento (sebbene ammettano che la classe dirigente civile in Giappone mandasse con cautela comunicati diplomatici fin dal gennaio 1945) fanno notare come gli ufficiali militari giapponesi fossero unanimemente contrari a qualsiasi negoziazione prima dell'utilizzo della bomba atomica.
Il Giappone (in quanto Monarchia Costituzionale) avrebbe potuto intervenire in un accordo di pace solo con il consenso unanime del governo giapponese, il quale era dominato dai militari dell' esercito imperiale e della marina imperiale, tutti inizialmente contrari a qualsiasi accordo di pace. Si sviluppò così uno stallo di tipo politico tra i capi giapponesi militari e quelli civili, che vedeva i militari sempre più determinati a combattere, nonostante i costi e le scarse probabilità di vittoria. In molti continuarono a credere che il Giappone potesse negoziare termini di resa maggiormente favorevoli continuando ad infliggere numerose perdite alle forze nemiche, così da portare a termine la guerra senza un'occupazione del Giappone.

La battaglia di Okinawa mostrò questa determinazione nel combattere a tutti i costi. Più di 120 000 giapponesi e 18 000 statunitensi vennero uccisi nella più sanguinosa battaglia svoltasi nel Pacifico, solo 8 settimane prima della resa del Giappone. In realtà, ci furono più morti nella battaglia di Okinawa che nei primi istanti seguenti lo scoppio delle due bombe atomiche. Quando l'Unione Sovietica dichiarò guerra al Giappone l'8 agosto 1945, e portò avanti l'operazione tempesta D'agosto, l'Esercito Imperiale Giapponese ordinò alle sue mal equipaggiate e indebolite forze in Manciuria di combattere fino all'ultimo uomo. Il maggiore generale Masakazu Amanu, capo delle operazioni al Quartier generale imperiale, dichiarò che era assolutamente convinto che le opere difensive, potessero respingere qualsiasi invasione alleata delle isole giapponesi con perdite minime. I giapponesi non si sarebbero arresi facilmente a causa della loro forte tradizione di orgoglio e onore. Molti seguivano il codice dei samurai e avrebbero combattuto fino alla morte del loro ultimo uomo.
Dopo aver realizzato che la distruzione di Hiroshima fu causata da un'arma nucleare, la classe dirigente civile ottenne maggior forza per la sua opinione secondo cui il Giappone doveva riconoscere la sconfitta e accettare i termini della dichiarazione di Potsdam ( o Proclamazione dei termini per la resa giapponese; Il testo della dichiarazione iniziava dicendo che se il Giappone non si fosse arreso sarebbe andato incontro ad una "rapida e totale distruzione"). Anche dopo la distruzione di Nagasaki, l'imperatore Hirohito in persona dovette intervenire per porre fine all'impasse nel gabinetto.

Secondo alcuni storici giapponesi, i capi civili che caldeggiavano la resa videro nei bombardamenti atomici la loro salvezza. L'esercito si rifiutava incrollabilmente di arrendersi, così come i militari del gabinetto di guerra (siccome il gabinetto funzionava per consenso unanime, anche un solo contrario poteva impedire l'accettazione della dichiarazione). La fazione per la pace prese quindi i bombardamenti come nuovo argomento per imporre la resa. Koichi Kido, uno dei più stretti consiglieri dell' Imperatore, dichiarò: «Noi del partito della pace fummo aiutati dalla bomba atomica nel nostro tentativo di porre fine alla guerra». Hisatsune Sakomizu, il capo segretario di gabinetto nel 1945, definì i bombardamenti «un'opportunità d'oro data dal cielo al Giappone per porre fine alla guerra». Akiro Morita, fondatore della Sony e ufficiale della marina giapponese durante la guerra, conclude anch'egli che fu la bomba atomica e non i bombardamenti convenzionali dei B-29 a convincere l'esercito giapponese ad accettare la pace.
Gli statunitensi fecero una previsione sulla perdita di soldati nella prevista invasione del Giappone(anche se il vero numero di morti e feriti stimati è soggetto a qualche dibattito e varia a seconda delle stime), molti consiglieri militari sostennero che lo scenario peggiore poteva coinvolgere fino a un milione di vite statunitensi.

Oltre a ciò, la bomba atomica velocizzò la fine della seconda guerra mondiale in Asia, liberando centinaia di migliaia di cittadini occidentali, compresi circa 200 000 olandesi e 400 000 indonesiani dai campi di concentramento giapponesi. Senza contare che le truppe giapponesi avevano commesso atrocità contro milioni di civili (come l'infame massacro di Nanchino), e l'anticipata fine della guerra impedì ulteriori spargimenti di sangue.

sabato 24 novembre 2012

I pro e i contro delle armi nucleari

 

 
Le armi atomiche sono una realtà fin dalla fine della seconda guerra mondiale. la loro esistenza è fonte di controversie: c'è chi dice che sono strumenti di morte non necessari e chi dice che sono strumenti di difesa irrinunciabili. resta il fatto che ancora oggi nel 2012 sono una realtà concreta.
E' ovvio che quasi tutti siamo contrari alla fabbricazione e all'uso delle armi atomiche (specialmente su bersagli civili come quelli della seconda guerra mondiale). Dopo la distruzione provocata dai bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki tali armi hanno gettato la loro sinistra ombra su tutto il mondo; esse potrebbero porre fine alla nostra civiltà così come noi la conosciamo. Einstein diceva: "non so con quali armi verrà combattuta la seconda guerra mondiale, ma la quarta sarà combattuta con bastoni e pietre". Einstein sottolinea come l'impiego delle armi atomice in un eventuale futuro conflitto mondiale potrebbe portare alla distruzione della nostra civiltà. Secondo i capi di molti governi però le armi nucleari sono la cosa che mantiene il mondo in pace e al sicuro da una futura guerra mondiale. Quali sono quindi i prò e i contro di tali armi?
 

Pro:

  • Le armi nucleari hanno mantenuto la sicurezza nel mondo per due generazioni. Rimangono il deterrente migliore per qualsiasi aggressione e il modo migliore per mantenere la pace.
  • Le armi nucleari sono tecnologie in evoluzione e hanno bisogno di molto tempo in fase di sviluppo. Il mondo è ancora pericoloso, occorre rimanere al passo con la tecnologia delle armi atomiche per mantenere gli equilibri di pace e potere.
  • E' opportuno controllare la proliferazione nucleare ma è anche probabilmente impossibile. Sarebbe quindi una follia rottamare le armi nucleari quando stati potenzialmente ostili come l'Iran sono in procinto di acquisirne.
  • il possesso di armi nucleari da "peso" alla nazione (ministro degli esteri inglese Nye Beyan 1957).

Contro:

  • Le armi nucleari sono immorali, occorre bloccare la loro proliferazione. Più sono gli stati che ne sono provvisti più è probabile che vengano usate.
  • mantenere l'arsenale nucleare è molto costoso.
  • Ci sono più probabilità di essere coinvolti in una guerra di basso livello in cui le armi atomiche sono irrilevanti, che di essere immersi in una guerra su ampia scala che ne richieda l'impiego.
  • Il possesso di armi nucleari è un simbolo di "virilità" fuori moda. Paesi che hanno un'ampia influenza mondiale come Canada, Germania e Australia ne fanno a meno.




venerdì 23 novembre 2012

Quando gli scienziati atomici previdero la fine del mondo

 

Alla fine degli anni Quaranta, quando il mondo apprese che l’Unione sovietica, con largo anticipo sui tempi previsti, aveva sperimentato con successo la prima bomba atomica, negli Stati Uniti d’America un fisico nucleare, ironicamente di origini russe, Gregory Breit, si sedette a un tavolo e cominciò a fare dei calcoli. A Los Alamos, dove erano nate le bombe che avevano distrutto Hiroshima e Nagaski, si progettava a ritmo serrato la nuova super-arma che avrebbe riconsegnato agli USA la supremazia nucleare: la bomba H, o bomba all’idrogeno, enormemente più potente della "normale" bomba atomica. Alcuni fisici erano però spaventati: e se la bomba H, si chiedevano, esplodendo avesse incendiato l’atmosfera? Cosa sarebbe successo? Così, al professore Breit fu assegnato il terribile compito di calcolare se l’esplosione di una bomba H potesse distruggere il mondo.

                                BOMBA H



L’ordigno "fine del mondo"
Gregory Breit, il fisico atomico che calcolò la possibilità della bomba H di innescare l'apocalisse.




Breit dovette portare avanti quel compito nella segretezza più assoluta, senza confrontarsi con nessun altro collega, basandosi solo sulle sue pur notevoli capacità nel settore della fisica nucleare. Sulle sue spalle gravava un peso enorme: e se si fosse sbagliato, dando il via libera alla bomba? Sarebbe stato il responsabile della fine del mondo? E se invece avesse decretato che la bomba proprio non si poteva usare, e invece i sovietici fossero riusciti a dimostrare che poteva essere utilizzata? Avrebbe condannato gli USA e il mondo a cadere sotto il giogo della dittatura comunista, come all’epoca ragionavano gli americani. Dopo alcune settimane, Breit decise che no, la reazione termonucleare non poteva propagarsi agli elementi leggeri dell’atmosfera, perché quel fenomeno contraddiceva le leggi della natura. Aveva visto giusto, ma questo permise agli scienziati atomici di procedere alla costruzione della super-bomba, familiarmente chiamata "Super".    
Anche se molti di loro avevano lavorato con convinzione al progetto Manhattan, perché più di tutto temevano una bomba atomica nelle mani di Hitler, e anche se altri di loro avrebbero lavorato con uguale convinzione al progetto "Super", perché convinti del pericolo rosso, la comunità degli scienziati nucleari americani iniziò ben presto a seguire le orme di Breit, condividendo le preoccupazioni sulla responsabilità che si stavano assumendo nel portare il mondo sull’orlo dell’autodistruzione. Al termine di una riunione decisiva sul progetto Super, Isidor Rabi ed Enrico Fermi dichiararono: "Il fatto che la potenza di distruzione di quest’arma sia senza limiti, fa sì che la semplice esistenza e il saperla costruire rappresenti già un pericolo per tutta l’umanità". E conclusero: "Per questa ragione noi riteniamo importante dire al Presidente degli Stati Uniti, all’opinione pubblica americana e al mondo, che per principi etici fondamentali consideriamo un errore dare noi il via alla costruzione di una tale arma".

"I vivi invidieranno i morti"
Ma i politici e i generali non ne vollero sapere
. D’accordo, si dissero, gli scienziati non vogliono prendersi la responsabilità di dare il via libera alla bomba. Poco male: ci avrebbero pensato loro. Fu anzi il presidente Truman in persona a farlo. Nel pomeriggio del 31 gennaio 1950 dichiarò: "Ho dato istruzioni alla Commissione per l’Energia Atomica di continuare il suo lavoro attorno a tutti i tipi di armi atomiche, compresa la cosiddetta bomba all’idrogeno o superbomba". Il presidente aveva dato un ordine, e chi lo avesse disatteso sarebbe stato passibile di accusa di alto tradimento. Il Sito B di Los Alamos era l'area dei laboratori utilizzata durante il progetto Manhattan. Recentemente l'intera zona è stata decontaminata.




Negli anni successivi, quando anche l’URSS riuscì a dotarsi della superbomba e l’idea di una Terza guerra mondiale combattuta a suo di armi nucleari iniziò a sembrare inevitabile, gli scienziati atomici non si persero d’animo. Continuarono a tentare di influenzare i politici per fermare quella spirale distruttiva. Gli scenari presentati facevano presagire null’altro che l’apocalisse. Una guerra termonucleare, sostenevano, avrebbe portato alla rapida scomparsa dello strato di ozono, rendendo la superficie terrestre vulnerabile ai raggi UV. Numerose specie vegetali sarebbero state spazzate via, tra cui molte da cui dipendeva il sostentamento alimentare della civiltà umana. Gli stessi esseri umani, sottoposti all’inondazione delle radiazioni, sarebbero morti a centinaia di milioni, e i sopravvissuti – scriveva tragicamente Hermann Kahn nel 1959 – avrebbero invidiato i morti.

 


L'orologio dell'apocalisse è a cinque minuti dalla mezzanotte L'Associazione degli scienziati atomici americani fa avanzare "l'orologio dell'apocalisse" di un minuto verso la mezzanotte: la sfida nucleare dell'Iran, i lenti progressi del disarmo, la minaccia non più differibile del cambiamento climatico spingono il mondo verso un punto di non ritorno.

"It’s five minutes to midnight", assicurano gli esperti americani di politica nucleare. Cinque minuti alla mezzanotte, alla fine del mondo. No, gli "Atomic Scientists" non si sono improvvisamente convertiti alla profezia Maya sul 2012
, ma hanno voluto dare un segnale forte alla comunità internazionale come solo loro lo sanno dare, da decenni, attraverso quell’inquietante simbolo dell’immaginario contemporaneo che è "l’orologio dell’apocalisse", il doomsday clock. Siamo un minuto più vicini alla mezzanotte, insomma, da quando qualche giorno fa l’orologio dell’apocalisse è stato portato a mezzanotte meno cinque. Perché?

Disarmo nucleare troppo lento
Nel 2010 gli esperti del Bulletin of Atomic Scientists
,l’organizzazione nata alla fine degli anni ’40 per sostenere l’uso pacifico del nucleare e ammonire l’umanità riguardo gli effetti di una guerra atomica che all’epoca sembrava inevitabile, avevano spostato le lancette dell’orologio a sei minuti alla mezzanotte, un minuto indietro. Un gesto positivo che esprimeva la soddisfazione nei riguardi di importanti gesti di distensione internazionale, tra cui il nuovo accordo per la riduzione degli armamenti tra USA e Russia e una più decisa collaborazione dell’Iran nei confronti dei suoi programmi nucleari. "Il mondo possiede ancora approssimativamente 19.500 testate nucleari, abbastanza potenti da uccidere gli abitanti della Terra diverse volte", ricordano oggi gli scienziati atomici. I lenti progressi dell’accordo NewSTART siglato da Obama e Medvedev nel dicembre 2010 non infondono grande fiducia sul fatto che questo impressionante arsenale possa significativamente ridursi nel giro di pochi anni. A ottobre, gli Stati Uniti avevano smantellato l’ultima grande bomba nucleare , l’ultima cioè con una potenza superiore al megatone (equivalenti a un milione di tonnellate di dinamite o a cento volte la potenza della bomba di Hiroshima). Permane ancora molto disaccordo tra le due ex superpotenze, USA e Russia, riguardo questioni di interesse strategico come il problema della difesa missilistica. Il proposito di George W. Bush di costruire uno scudo anti-missile in Europa per difendere l’Occidente da eventuali aggressioni con testate nucleari aveva provocato un violento braccio di ferro con la Russia di Putin, alcuni anni fa. Anche se Obama ha congelato il programma, l’ipotesi resta sempre sul tappeto e continua a non piacere ai russi. Non solo. Le altre potenze atomiche del mondo non hanno firmato nessun accordo per un’analoga riduzione delle testate in loro possesso, e anzi alcune di esse hanno iniziato a lavorare per rimpiazzare le vecchie testate nucleari con nuovi ordigni. Giustificando questa pretesa con ragioni di sicurezza (le testate nucleari, deteriorandosi, potrebbero diventare pericolose), in realtà tali paesi fanno progredire le tecnologie nucleari nel settore militare, aprendo nuove prospettive per la realizzazione di ordigni nuovi e più raffinati.



Le proposte degli scienziati atomici
Per questo, l’Assocciazione degli scienziati atomici, dopo aver espresso le sue preoccupazioni, presenta alla comunità politica internazionale una serie di misure da intraprendere per far sì che la lancetta dell’orologio torni di nuovo indietro, allontanandosi dalla mezzanotte. Tra la richieste, la ratifica da parte di Stati Uniti e Cina del trattato che mette al bando tutti i test nucleari – al momento l’America, non firmataria, attua una moratoria, ma potrebbe in qualsiasi momento riprendere i test se lo volesse; l’introduzione di misure più stringenti riguardo la non-proliferazione delle armi nucleari, che impedisca che usi civili dell’energia atomica possano nascondere obiettivi di tipo militare: tra queste misure, il divieto di riprocessamento del plutonio, una tecnica tramite il quale si possono fabbricare armi nucleari; il controllo degli arsenali e dei materiali sensibili dell’ex URSS e di quegli altri paesi (come il Sudafrica) che hanno smantellato testate atomiche ma continuano a conservare uranio arricchito e altre tecnologie che potrebbero essere trafugate; la rapida adozione di un nuovo accordo internazionale sul cambiamento climatico
che riduca sensibilmente le emissioni di gas serra; una più veloce sostituzione delle centrali a carbone con energia rinnovabile. L’orologio dell’apocalisse è stato, in alcuni anni, anche più vicino alla mezzanotte rispetto a oggi
. Nel 1949, il primo test atomico dell’URSS dimostrò che, in largo anticipo sui tempi previsti, anche Mosca possedeva l’arma nucleare: mancavano tre minuti alla mezzanotte. E nel 1953, quando l’URSS testò la prima bomba all’idrogeno, il mondo fu a soli due minuti dall’apocalisse. Dopo una lunga, parziale distensione, l’orologio tornò ad avvicinarsi alla mezzanotte nel 1981, quando l’URSS invase l’Afghanistan e il nuovo presidente Reagan rilasciò pesanti dichiarazioni riguardo la possibilità, per gli USA, di vincere una guerra termonucleare: quattro minuti alla mezzanotte. E poi ancora peggio nel 1984, quando le prime ipotesi di uno scudo spaziale contro l’URSS e i toni guerrafondai di Reagan interruppero tutte le relazioni tra le due superpotenze, gettando il mondo nell’angoscia: tre minuti alla mezzanotte. Nel 1991 la fine della Guerra fredda e l’inizio di un’epoca di felice distensione ha allontanato l’ombra della guerra atomica, portando l’orologio molto indietro, a 17 minuti dalla mezzanotte. Ma, a partire dall’inizio del nuovo secolo, le nuove gravi tensioni internazionali hanno fatto di nuovo correre le lancette. Oggi siamo a cinque minuti dalla mezzanotte e, come ci ricordano gli scienziati, the Clock is ticking, il tempo stringe.                                                               
                                                      
DOOMSDAY CLOCK, l'orologio dell'apocalisse


L'Orologio dell'apocalisse


L'Orologio dell'apocalisse (Doomsday Clock in inglese) è un orologio simbolico creato dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists dell'Università di Chicago nel 1947.
La mezzanotte di tale orologio simboleggia la fine del mondo, ovvero l'autodistruzione dell'umanità tramite una guerra atomica. Al momento della sua creazione, durante la guerra fredda, l'orologio fu impostato a sette minuti dalla mezzanotte.
L'orologio viene spostato avanti o indietro, a seconda dello stato delle politiche mondiali e del pericolo nucleare:
  • lo spostamento in avanti indica una maggiore probabilità del conflitto nucleare.
  • lo spostamento indietro indica un miglioramento della situazione internazionale.
In 65 anni le lancette sono state spostate 20 volte:
  • Massima vicinanza alla mezzanotte. Due minuti, tra il 1953(test di armi termonucleari da parte di USA e URSS) e il 1960.
  • Massima lontananza dalla mezzanotte. Diciassette minuti, tra il 1991 (trattati START) e il 1995.
La cadenza mensile e poi bimestrale del Bulletin ha però fatto sì che non ci fosse il tempo materiale per spostare le lancette durante eventi storici dalla breve durata come nella Crisi dei missili di Cuba, che durò solo 13 giorni ma che fu resa pubblica solo al nono, la quale, se fosse durata maggiormente, avrebbe certamente fatto avanzare l'orologio verso la mezzanotte.


 
 
Il primo numero del Bulletin con l'Orologio in copertina.
 
 
VIDEOSTORIA DEI MOVIMENTI DELL'OROLOGIO DELL'APOCALISSE
 
 
 
 

Anno
Minuti alla mezzanotte
OraSpostamentoMotivazione
2012523:55+1Il promesso controllo politico sulle riserve di armi nucleari viene a mancare, aumenta il potenziale globale di una probabile guerra nucleare, diminuisce la sicurezza sul nucleare, aumentano e si aggravano i cambiamenti climatici.
 
2010623:54−1Si ravvisano accenni di collaborazione degli USA, della Russia, dell'Unione Europea, dell'India, della Cina, del Brasile che testimoniano una crescente volontà politica di affrontare sia il terrore delle armi atomiche che il cambiamento climatico fuori controllo.
 
2007523:55+2La Corea del Nord effettua test nucleari. La comunità internazionale teme che anche l'Iran possa dotarsi di armi nucleari. USA e Russia mantengono testate nucleari pronte per essere lanciate in pochi minuti. Per la prima volta fra le motivazioni non vengono citati solo pericoli derivati dal nucleare, ma anche dai mutamenti climatici in atto nel nostro pianeta.
 

2002723:53+2C'è un piccolo progresso nel disarmo nucleare globale, ma gli Stati Uniti rifiutano una serie di trattati sul controllo delle armi e annunciano la loro intenzione di uscire dall'Anti-Ballistic Missile Treaty; più organizzazioni di terroristi tentano di acquistare armi nucleari, vi è il tristemente noto 11 settembre, con l'attentato al Pentagono e al World Trade Center di New York.
 

1998923:51+5India e Pakistan effettuano test nucleari. USA e Russia mantengono 7000 testate nucleari pronte ad essere lanciate in 15 minuti.
 
19951423:46+3Iniziano i problemi politici e sociali nelle repubbliche che hanno ottenuto l'indipendenza dall'URSS. La spesa militare non si è ridotta dopo la guerra fredda. Il governo russo non riesce a garantire la sicurezza totale sugli armamenti nucleari, che potrebbero quindi finire sul mercato nero.
 
19911723:43−7Viene firmato il trattato di riduzione delle armi strategiche. L'URSS viene sciolta, finisce la guerra fredda. È il periodo in cui le lancette hanno raggiunto la massima distanza dalla mezzanotte.
 

19901023:50−4Cade il muro di Berlino. Alcune nazioni dell'Europa dell'est diventano indipendenti dall'URSS.
 

1988623:54−3Dialogo fra Ronald Reagan e Mihail Gorbačëv. USA e URSS firmano il Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty.
 

1984323:57+1Il dialogo fra le due super-potenze si interrompe. L'URSS boicotta i giochi olimpici di Los Angeles 1984. Il presidente Reagan spinge per un riarmo nucleare definendo i sovietici L'impero del male.
 

1981423:56+3L'URSS invade l'Afghanistan, l'USA boicotta i giochi olimpici di Mosca 1980. L'escalation della corsa alle armi e guerre in Afghanistan, Sud Africa e Polonia accrescono la tensione mondiale.
 

1980723:53+2Si interrompono i colloqui diplomatici fra USA e URSS. Si rafforza l'idea che un armamento nucleare è indispensabile alla sicurezza nazionale.
 
1974923:51+3Primo test nucleare da parte dell'India (Smiling Buddha).
 
19721223:48−2Firmati i trattati SALT I ed il trattato anti missili balistici.
 

19691023:50−3Viene firmato il trattato di non proliferazione nucleare da molte nazioni del mondo. Non aderiscono Israele, India e Pakistan.
 
1968723:53+5La guerra del Vietnam si intensifica, la regione mediorientale diventa instabile: conflitto India-Pakistan del 1965 (Kashmir) e guerra arabo-israeliana del 1967. Cina e Francia si dotano di armamenti nucleari.
 

19631223:48−5Viene siglato il Partial Test Ban Treaty, il trattato sulla messa al bando dei test nucleari.
 

1960723:53−5L'opinione pubblica percepisce l'aumento di un pericolo nucleare. Le grandi potenze cercano, per la prima volta, un accordo diplomatico per non entrare in conflitto.
 
1953223:58+1Si sviluppa la bomba all'idrogeno, prima da parte degli USA e nove mesi dopo dall'URSS. Nell'ottobre 1952 un test termonucleare distrugge un atollo nell'Oceano Pacifico. È il periodo in cui l'orologio è stato più vicino alla mezzanotte.
 

1949323:57+4L'URSS effettua il suo primo test nucleare. Inizia la corsa agli armamenti.
 
1947723:53Impostazione iniziale dell'orologio.